Corleone – Burgio / Riserva Valle del Sosio (59km. / 1350m. disl.)
Da simbolo della mafia, a città emblema dell’antimafia. Questa è oggi Corleone: un’intera comunità che vuole sbarazzarsi una volta per tutte dell’immagine infamante avuta in passato, votandosi oggi al rinnovamento e alla modernità. Il Festival della Legalità, il Museo Antimafia e le strade intitolare alle tante vittime innocenti sono segni tangibili di questa volontà di cambiamento.
E le bici? Ci sono, ci sono…
Partiamo attraversando il centro cittadino, Piazza Falcone e Borsellino compresa, inoltrandoci poi tra le campagne dove ancora permangono i segni del terremoto che colpì la Valle del Belice nel Gennaio 1968.
Da simbolo della mafia, a città emblema dell’antimafia. Questa è oggi Corleone: un’intera comunità che vuole sbarazzarsi una volta per tutte dell’immagine infamante avuta in passato, votandosi oggi al rinnovamento e alla modernità. Il Festival della Legalità, il Museo Antimafia e le strade intitolare alle tante vittime innocenti sono segni tangibili di questa volontà di cambiamento.
E le bici? Ci sono, ci sono…
Partiamo attraversando il centro cittadino, Piazza Falcone e Borsellino compresa, inoltrandoci poi tra le campagne dove ancora permangono i segni del terremoto che colpì la Valle del Belice nel Gennaio 1968.
Dopo poco incontriamo nuovamente la vecchia ferrovia già percorsa ieri: qui la ciclabile si presenta scorrevole e ben tenuta, permettendoci così di percorrere con facilità svariati chilometri verso Burgio.
Dopo una prima serie di saliscendi, il percorso sale agevole fino al caratteristico borgo di Bisacquino, abbarbicato ai piedi del Monte Triona: data l’ora di pranzo ormai prossima, facciamo una breve deviazione in paese alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Trovato un panificio ordiniamo, paghiamo… e restiamo basiti dal conto: due panini e tre lattine meno di sei euro! Sapevamo che qui la vita è meno cara che al nord, ma non pensavamo fino a questo punto. Ne approfittiamo anche per una sosta veloce in farmacia a prendere della crema solare (il sole in questi giorni picchiando forte) mentre in strada va in scena il classico siparietto siciliano al quale ormai ci siamo abituati: da una parte i commercianti che urlano in un incomprensibile dialetto, dall’altra gli automobilisti che strombazzano a destra e a manca, e i siciliani che – abituati alla calura estiva – sembrano patire i venti gradi all’ombra girando in giacca a vento.
Dopo la pausa si torna a pedalare, sempre lungo l’ex ferrovia ma questa volta in discesa: quasi venti chilometri più avanti arriviamo al grande ponte sul fiume Sosio, giusto all’imbocco della stretta valle omonima che dà il nome al Parco Naturale nel quale stiamo per entrare.
Dopo la pausa si torna a pedalare, sempre lungo l’ex ferrovia ma questa volta in discesa: quasi venti chilometri più avanti arriviamo al grande ponte sul fiume Sosio, giusto all’imbocco della stretta valle omonima che dà il nome al Parco Naturale nel quale stiamo per entrare.
Qui la storia cambia: la pacchia finisce e inizia la salita, ripida e sconnessa, verso i boschi e le pareti rocciose della riserva.
L’ascesa si fa più dolce aggirando i rilievi dal versante nord, dal quale possiamo ammirare tutta la Valle del Sosio, ritornando poi sul pendio meridionale che offre un panorama che spazia fino al mare, cinquanta chilometri più a sud.
Proprio nel cuore della Riserva è situato il nostro albergo, un vecchio casolare in quota oggi ristrutturato e divenuto importante punto di partenza per le escursioni nel Parco: anche qui, come la prima notte a Piana degli Albanesi, la nostra è stata l’unica stanza occupata della struttura. E sono pure riusciti a perdere la prenotazione, sicché ci siamo ritrovati in un’ala dell’hotel fredda, in una camera senza riscaldamento né acqua calda fino a sera.
Nella nostra testa, intanto, cresceva la convinzione che quella dell’indomani sarebbe stata una semplice tappa di trasferimento, praticamente una passeggiata.
Nella nostra testa, intanto, cresceva la convinzione che quella dell’indomani sarebbe stata una semplice tappa di trasferimento, praticamente una passeggiata.