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Transcivetta: la traversata del Civetta in mountain bike

15/9/2012

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E’ un po’ di tempo che l’avevo in lista questo giro, ma l‘incognita di cosa avessi trovato più e più volte mi ha fermato dal provarci. Finalmente lo scorso weekend è giunta l’ora.

Partenza da Listolade, pochi chilometri dopo Agordo, sotto un cielo terso e con una temperatura frizzantina. Con me il Borga che da queste parti è di casa e qualche notizia in più sul percorso è riuscito a trovarla: c’è da camminare, e anche tanto, ma – ci siamo detti - almeno “una volta nella vita” questo giro va fatto.

In meno di un’ora siamo a Alleghe, raggiunta per viottoli e stradine secondarie lungo la Val Cordevole. Superato il lungolago ci separiamo: il Borga sale verso Col dei Baldi, io invece mi do a cappuccino e brioche e lo raggiungerò più tardi…. così!
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Da Forcella Alleghe iniziamo la salita verso il Rifugio Coldai su una mulattiera sconnessa e irta di rocce: equilibrio e tecnica sono indispensabili per procedere in sella. Se si ha una full tanto meglio. Le pendenze non sono comunque mai troppo impegnative e ogni tanto il fondo concede un po’ respiro, utile per ammirare il Pelmo e la Val Zoldana.
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A circa metà salita la musica cambia: proseguire in sella è pressoché impossibile e quindi… hai voluto la bicicletta? E mo’ cammina!
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Sarà così per quasi tutto il resto della salita, anche se ogni tanto qua e là qualche pedalata si riesce a fare. Verso la fine, aggirato l’ultimo costone panoramico ecco comparire il Rifugio Coldai.
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Dal rifugio bisogna però salire al vicino passo: dopo un altro quarto d’ora di sofferenza (la parte centrale è da fare a piedi) valichiamo Forcella Coldai e davanti a noi appare questo…
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Zigzagando nel dedalo di tracce riusciamo a raggiungere le sponde del Lago di Coldai quasi sempre in bici, dopodiché però c’è da salire ancora una volta, da valicare un’altra piccola forcella subito dopo la quale una breve deviazione di offre un grandioso panorama sulle Dolomiti e, oltre precipizio, sul Lago di Alleghe.
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Ma non è ancora finita: ancora a piedi scolliniamo la Forcella Col Negro e davanti a noi ecco la Val Civetta, ecco la famigerata “nord-wand”: la parere verticale settentrionale del Civetta è una delle più imponenti di tutte le Dolomiti, oltre mille metri di roccia in verticale che stentano a starci nella foto… e sotto il sentiero che dobbiamo percorrere.
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In realtà dal Col Negro bisogna perdere quota, almeno cento metri, quasi interamente a piedi. Dopo un tratto pedalabile si torna con i piedi per terra per salire alla Forcella Col di Rean, un po’ ciclabile solo nel falsopiano finale.
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Strada facendo incontriamo anche il bivio per il Rifugio Tissi, ma lo scosceso sentiero è tutt’altro che invitante e proseguiamo sul sentiero 560. Alla forcella incontriamo un secondo sentiero per il Tissi, questo più abbordabile: essendo l’unico punto di ristoro ne approfittiamo e - seppur dopo venti minuti a piedi - riusciamo a rifocillarci.

La discesa dal Tissi è veramente tecnica e impegnativa, ma un bel po’ di strada riusciamo comunque a percorrerla in sella: lo spettacolo che abbiamo di fronte, comunque, annulla ogni disagio.
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Dalla Forcella di Rean il percorso cambia completamente diventando molto più ciclabile e filante su di un single track infinito che con continui labirinti di tracce, saliscendi, passaggi tecnici e qualche piede a terra si inoltra nella Val Civetta verso le Forzelete.
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Dopo un piccolo guado il percorso torna all’insù, anche se con pendenze molto abbordabili e un fondo quasi sempre perfetto: pochissimi sono infatti ora i passaggi da percorrere a piedi e con facilità raggiungiamo Forcella Pelsa. Qui, tra i verdi prati delle Forzelete, facciamo l’incontro con un simbolo del Civetta: la Torre Venezia fa da sfondo maestoso al nostro passaggio.
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Ma lo spettacolo non è ancora finito: con un’ultimo divertente single track sbuchiamo sulla (finalmente) comoda carrareccia che in discesa ci riporterà al punto di partenza. Di fronte a noi l’apoteosi: la Torre Trieste svetta imperiosa con le innumerevoli guglie della Moiazza in un anfiteatro di rocce e pareti che lascia a bocca aperta.
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Il Rifugio Vazzoler segna praticamente il ritorno alla civiltà dopo qualche ora di isolamento in un ambiente selvaggio e severo.
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Non ci resta che tornare alle auto scendendo lungo i tornanti della Val Corpassa, arrivando a Capanna Trieste dove ritroviamo l’asfalto che ci condurrà dritti dritti a Listolade con cinque stretti e ripidi chilometri finali. Prima, però, diamo di un ultimo scorcio sulla Torre Trieste.
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Qualche informazione in più sul giro… la salita in cabinovia è costata 8,50€. Il tempo di percorrenza effettuando tutto il giro in bici si attesta sulle 6-7ore, di cui almeno un’ora e mezza a piedi.

Il tratto più impegnativo e impervio va dal Lago Coldai a Forcella di Rean (circa un’ora) in cui si pedala veramente molto poco; la variante A/R al Rif. Tissi è facoltativa ed è utile se si necessità di acqua o cibo, ma in ogni caso una volta al Rifugio vale la pena salire due minuti a piedi fino alla croce e ammirare il panorama e la vertiginosa vista sul sottostante lago di Alleghe.

Salendo con la cabinovia si è dimostrato un tour impegnativo ma non poi così estremo, anche se comunque prima di rifarlo mi sa che passeranno diversi anni. Della serie… “una volta nella vita”!
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