Intervista rilasciata a Max Alloi di www.solobike.it dopo il Campionato del Mondo Marathon 2011.
Da appassionato di sport non posso dimenticare la storica frase del mitico Dan Peterson: “mmm...per me numero uno!”. Lo staff Pedali di Marca ha di certo confermato di essere il numero uno, pienamente all'altezza di un Mondiale che ha ricevuto tanti consensi e tutti positivi. Una macchina perfetta, oliata in ogni meccanismo e rafforzata nel corso degli anni. Una macchina del quale abbiamo voluto scoprire di più facendo quattro chiacchiere con uno degli ingranaggi, il “nostro inviato” Stefano De Marchi. Per un omaggio a tutto lo staff di Pedali di Marca, fondamentale in ogni suo componente e per cercare di carpire qualche segreto per il futuro, perché il Mondiale non può e non deve essere un punto di arrivo.
Solobike.it: Ciao Stefano, passata la “bufera” cosa ti è rimasto di questo Mondiale?
Stefano De Marchi: Mi è rimasta la soddisfazione di poter dire “Io c'ero”. C'ero al Mondiale di Montebelluna, quello che verrà ricordato come il più grande di sempre. Più grande - come sostiene Christoph Sauser nel suo blog - addirittura di alcuni Mondiali Cross Country: e questo Mondiale Marathon, IL Mondiale per eccellenza, l'ho organizzato anch'io e ho contribuito con tante altre persone a farlo grande. Esserci stati a Montebelluna deve essere motivo d'orgoglio e di vanto.
E' stata infatti un'esperienza incredibile ed indimenticabile: Sport e MTB 24 ore su 24, dalla mattina alla sera, condividendo la passione per le due ruote con tanti amici vecchi e nuovi, con cui ho lavorato e vissuto fianco a fianco per quattro lunghi giorni.
Mi resteranno comunque anche i tanti “fuori programma” che un mondiale riserva, da Julien Absalon che implora di accompagnarlo in albergo (e che risate lungo la strada!) ai team tedeschi che ogni occasione è buone per festeggiare, dai norvegesi che si perdono per il Montello e chiedono di andarli a recuperare fino ai tanti nuovi amici un po' da tutto il mondo conosciuti nei giorni di gara.
Insomma, organizzare un Mondiale è anche e soprattutto un divertimento!
Solobike.it: Un divertimento, ma anche un grande lavoro di preparazione che è durato anni, perché per arrivare dove è arrivata Pedali di Marca non si inventa niente e non si deve lasciare niente al caso...
Stefano De Marchi: Sì, quando tutti in Pedali di Marca ricevemmo quell'sms “Siamo... Mondiali!” il 2011 sembrava lontano una vita. Eppure, tre anni dopo, sembra sia successo ieri. in questi tre anni abbiamo lavorato sodo, imparando dai nostri errori e cercando sempre di migliorare e proporre qualcosa di nuovo e diverso al biker, sia esso amatore o elite. Volevamo differenziarci dalla marea di eventi che affollano il calendario e ci siamo riusciti. Per arrivare a questo abbiamo girato l'Europa per studiare i più importanti eventi europei, per carpirne i segreti del successo e allo stesso tempo evitarne i difetti. Non so quanti organizzatori facciano lo stesso...
Da appassionato di sport non posso dimenticare la storica frase del mitico Dan Peterson: “mmm...per me numero uno!”. Lo staff Pedali di Marca ha di certo confermato di essere il numero uno, pienamente all'altezza di un Mondiale che ha ricevuto tanti consensi e tutti positivi. Una macchina perfetta, oliata in ogni meccanismo e rafforzata nel corso degli anni. Una macchina del quale abbiamo voluto scoprire di più facendo quattro chiacchiere con uno degli ingranaggi, il “nostro inviato” Stefano De Marchi. Per un omaggio a tutto lo staff di Pedali di Marca, fondamentale in ogni suo componente e per cercare di carpire qualche segreto per il futuro, perché il Mondiale non può e non deve essere un punto di arrivo.
Solobike.it: Ciao Stefano, passata la “bufera” cosa ti è rimasto di questo Mondiale?
Stefano De Marchi: Mi è rimasta la soddisfazione di poter dire “Io c'ero”. C'ero al Mondiale di Montebelluna, quello che verrà ricordato come il più grande di sempre. Più grande - come sostiene Christoph Sauser nel suo blog - addirittura di alcuni Mondiali Cross Country: e questo Mondiale Marathon, IL Mondiale per eccellenza, l'ho organizzato anch'io e ho contribuito con tante altre persone a farlo grande. Esserci stati a Montebelluna deve essere motivo d'orgoglio e di vanto.
E' stata infatti un'esperienza incredibile ed indimenticabile: Sport e MTB 24 ore su 24, dalla mattina alla sera, condividendo la passione per le due ruote con tanti amici vecchi e nuovi, con cui ho lavorato e vissuto fianco a fianco per quattro lunghi giorni.
Mi resteranno comunque anche i tanti “fuori programma” che un mondiale riserva, da Julien Absalon che implora di accompagnarlo in albergo (e che risate lungo la strada!) ai team tedeschi che ogni occasione è buone per festeggiare, dai norvegesi che si perdono per il Montello e chiedono di andarli a recuperare fino ai tanti nuovi amici un po' da tutto il mondo conosciuti nei giorni di gara.
Insomma, organizzare un Mondiale è anche e soprattutto un divertimento!
Solobike.it: Un divertimento, ma anche un grande lavoro di preparazione che è durato anni, perché per arrivare dove è arrivata Pedali di Marca non si inventa niente e non si deve lasciare niente al caso...
Stefano De Marchi: Sì, quando tutti in Pedali di Marca ricevemmo quell'sms “Siamo... Mondiali!” il 2011 sembrava lontano una vita. Eppure, tre anni dopo, sembra sia successo ieri. in questi tre anni abbiamo lavorato sodo, imparando dai nostri errori e cercando sempre di migliorare e proporre qualcosa di nuovo e diverso al biker, sia esso amatore o elite. Volevamo differenziarci dalla marea di eventi che affollano il calendario e ci siamo riusciti. Per arrivare a questo abbiamo girato l'Europa per studiare i più importanti eventi europei, per carpirne i segreti del successo e allo stesso tempo evitarne i difetti. Non so quanti organizzatori facciano lo stesso...
Solobike.it: Quali sono i momenti che personalmente ti rimarranno impressi a vita nel cuore?
Stefano De Marchi: Sicuramente il tripudio della folla all'arrivo del Mondiale: un'emozione incredibile, mai vista una cosa del genere in dodici anni di MTB. E poi la determinazione con cui tutto lo staff ha operato per quattro giorni: encomiabili. Ah, sì... e anche la festa del post-gara con i norvegesi del Team Nordsjorittet (sì ho avuto anche il tempo di festeggiare!): quando hanno ricevuto la Coppa per i vincitori del Mundialito a squadre sono letteralmente impazziti!
Solobike.it: Quali invece i momenti difficili?
Stefano De Marchi: Anno dopo anno abbiamo imparato dai nostri errori, rivedendo l'organizzazione interna e la gestione del lavoro in modo da poter svolgere ognuno le proprie mansioni nel migliore dei modi. Però, quando l'evento inizia a farsi importante entrano in gioco elementi con cui mai e poi mai avremmo pensato di dover avere a che fare: per quel che mi riguarda, le richieste pressanti dell'UCI, la gestione di una sala stampa con decine di giornalisti da ogni parte del mondo, le esigenze tecnologiche e logistiche della produzione televisiva, le riprese dall'elicottero che su un territorio come il Montello sono tutt'altro che semplici.
Sono state tutte situazioni non semplici da gestire, alcune emerse improvvise e inaspettate, talvolta a causa di dettagli sottovalutati: certo, un po' di panico iniziale c'era sempre, ma poi tutto si è sempre risolto per il meglio. E per la prossima volta, ne sono certo, avremo già il bagaglio d'esperienza necessario per non imbatterci più negli stessi problemi.
Stefano De Marchi: Sicuramente il tripudio della folla all'arrivo del Mondiale: un'emozione incredibile, mai vista una cosa del genere in dodici anni di MTB. E poi la determinazione con cui tutto lo staff ha operato per quattro giorni: encomiabili. Ah, sì... e anche la festa del post-gara con i norvegesi del Team Nordsjorittet (sì ho avuto anche il tempo di festeggiare!): quando hanno ricevuto la Coppa per i vincitori del Mundialito a squadre sono letteralmente impazziti!
Solobike.it: Quali invece i momenti difficili?
Stefano De Marchi: Anno dopo anno abbiamo imparato dai nostri errori, rivedendo l'organizzazione interna e la gestione del lavoro in modo da poter svolgere ognuno le proprie mansioni nel migliore dei modi. Però, quando l'evento inizia a farsi importante entrano in gioco elementi con cui mai e poi mai avremmo pensato di dover avere a che fare: per quel che mi riguarda, le richieste pressanti dell'UCI, la gestione di una sala stampa con decine di giornalisti da ogni parte del mondo, le esigenze tecnologiche e logistiche della produzione televisiva, le riprese dall'elicottero che su un territorio come il Montello sono tutt'altro che semplici.
Sono state tutte situazioni non semplici da gestire, alcune emerse improvvise e inaspettate, talvolta a causa di dettagli sottovalutati: certo, un po' di panico iniziale c'era sempre, ma poi tutto si è sempre risolto per il meglio. E per la prossima volta, ne sono certo, avremo già il bagaglio d'esperienza necessario per non imbatterci più negli stessi problemi.
Solobike.it: Prossima volta? Allora le parole di “addio” di Massimo Panighel non sono reali? Sarebbe veramente una grande perdita...
Stefano De Marchi: Panighel non ha mai detto che dà l'addio alla MTB. Ha solo detto che si dimette da Presidente di Pedali di Marca.... siete voi giornalisti che capite quello che volete. Le idee per il futuro non mancano, ne abbiamo tante: abbiamo in mano una professionalità, una capacità organizzativa e una potenzialità tali per cui possiamo fare ancora molto. Sono certo che abbiamo ancora margini di crescita rispetto a quanto visto a Montebelluna.
Ricordiamo però che Pedali di Marca è fatta da volontari, non da professionisti e come tali non siamo tenuti a continuare a tutti i costi.
Solobike.it: Certo che no. Mica è un obbligo, ci mancherebbe. Ma delle idee si può sapere qualcosa o è tutto top secret?
Stefano De Marchi: Top secret. Sono rumors e come tali lasciano il tempo che trovano... però un po' di fondatezza ce l'hanno. Abbiamo comunque un paio di progetti nel cassetto... solo sulla carta, ma comunque in linea di massima già concepiti. E poi qua e la diversi contatti ci chiedono collaborazione. La fantasia e il saper sognare comunque non ci manca: dovete solo sperare che Panighel non si dimetta, perché se si dimette... il suo più probabile successore è ancora più pazzo!
Solobike.it: Cioe?
Stefano De Marchi: Cioè ha già pronto il programma eventi firmati Pedali di Marca da qua al 2016....
Stefano De Marchi: Panighel non ha mai detto che dà l'addio alla MTB. Ha solo detto che si dimette da Presidente di Pedali di Marca.... siete voi giornalisti che capite quello che volete. Le idee per il futuro non mancano, ne abbiamo tante: abbiamo in mano una professionalità, una capacità organizzativa e una potenzialità tali per cui possiamo fare ancora molto. Sono certo che abbiamo ancora margini di crescita rispetto a quanto visto a Montebelluna.
Ricordiamo però che Pedali di Marca è fatta da volontari, non da professionisti e come tali non siamo tenuti a continuare a tutti i costi.
Solobike.it: Certo che no. Mica è un obbligo, ci mancherebbe. Ma delle idee si può sapere qualcosa o è tutto top secret?
Stefano De Marchi: Top secret. Sono rumors e come tali lasciano il tempo che trovano... però un po' di fondatezza ce l'hanno. Abbiamo comunque un paio di progetti nel cassetto... solo sulla carta, ma comunque in linea di massima già concepiti. E poi qua e la diversi contatti ci chiedono collaborazione. La fantasia e il saper sognare comunque non ci manca: dovete solo sperare che Panighel non si dimetta, perché se si dimette... il suo più probabile successore è ancora più pazzo!
Solobike.it: Cioe?
Stefano De Marchi: Cioè ha già pronto il programma eventi firmati Pedali di Marca da qua al 2016....
Solobike.it: Cosa è per Stefano De Marchi la MTB?
Stefano De Marchi: La MTB è un fondamentalmente un mezzo che ti consente di vivere delle esperienze, delle emozioni, delle amicizie e condividere tutto questo con altre persone accomunate dalla tua stessa passione. La MTB è divertimento, svago, avventura, aggregazione, vacanza, turismo, scoperta, festa.
Relegarla al solo aspetto sportivo è riduttivo e deleterio per la crescita del movimento: mai i giovani, il gentil sesso o il grande pubblico si avvicineranno alla MTB se questa viene proposta solo e soltanto come occasione di confronto agonistico.
Solobike.it: In tanti anni hai avuto occasione di conoscere tanti personaggi. Dimmene due che per motivi diversi ti hanno colpito ed affascinato...
Stefano De Marchi: Potrei citare alcuni dei grandi campioni con cui ho avuto modo di entrare in contatto, da Gunn Rita Dahle che mi scrive chiedendomi se ho bisogno di aiuto per il mio soggiorno in Norvegia, ai tedeschi del Team Bulls che non perdono occasione per far festa, a Julien Absalon che mi carica in camper e mi chiede di accompagnare lui e la sua famiglia in albergo.
Sarebbe però troppo scontato. Le vere sorprese arrivano spesso da chi lavora “dietro le quinte” del nostro sport, spesso e volentieri dei perfetti sconosciuti.
Herr Klaus Bouillon. E' una delle persone che più ha colpito in positivo sia me che tutto lo staff di Pedali di Marca. Il signor Bouillon è il sindaco di Sankt Wendel, la cittadina tedesca che ha ospitato i Mondiali Marathon 2010 e i Mondiali Ciclocross 2011. E' in carica da circa vent'anni, e non è difficile capire il perché: propositivo, dinamico, fa di tutto per creare attrattive e interesse per la propria città, ed è grazie a lui se Sankt Wendel è diventata una delle città tedesche con la più alta qualità della vita. E' il primo responsabile e promotore di tutti gli eventi, soprattutto sportivi, che si svolgono in città: Coppe del Mondo di rally e supermotard, gare ciclistiche, maratone, arrivi del Tour de France. Si avvale di uno staff di dipendenti comunali dediti esclusivamente all'organizzazione eventi. Credo sia un modello da imitare per molti, anzi moltissimi politici nostrani. ESEMPLARE.
Ingrid Pallhuber. Sì, “quei” Pallhuber. Un'amica più che una collaboratrice, il suo contributo alla causa Mondiale è stato quanto mai essenziale: traduttrice e interprete (nessuno sa bene quante lingue parli, se quattro, cinque o sei...), profonda conoscitrice del mondo MTB e dei suoi principali attori sia italiani che esteri, in contatto con tutti i big, professionale e sempre pronta ad aiutare in maniera discreta, dispensatrice di consigli e di nuove idee, dotata di calma e di pazienza infinite. Sicuramente un valore aggiunto che, quando l'organizzazione è al top, sa fare la differenza. PREZIOSA.
Solobike.it: Due parole su Massimo Panighel e più di due parole su Pedali di Marca e sui personaggi che ne fanno parte.
Stefano De Marchi: Panighel. Instancabile e mai domo, se ne inventa sempre una dietro l'altra, al punto che anche noi in Pedali di Marca fatichiamo a stargli dietro. Ecco, se proprio devo trovargli un difetto, con tante cose da fare, alcune non riusciamo a valorizzarle al massimo come meriterebbero. Ma d'altronde, come tutti nel gruppo, lo fa prima di tutto per passione e divertimento.
Sui personaggi che fanno parte di Pedali di Marca si potrebbe scrivere un libro: se dovesse capitarvi di prendere parte a una delle nostre riunioni, dubitereste che queste persone hanno saputo realizzare un Campionato del Mondo. Perché Pedali di Marca è prima di tutto un gruppo di amici, che si prendono poco sul serio e vogliono prima di tutto divertirsi: lo sfottò e l'autoironia sono parte integrante del gruppo. Ma da buoni trevigiani, rispecchiando in pieno lo stereotipo del veneto lavoratore stakanovista che fa da sé, quando è ora di darsi da fare non si tirano mai indietro: nel gruppo ci sono persone dotate di professionalità altamente specializzate, artigiani, elettricisti, carpentieri, tecnici, ecc... che mettono le proprie capacità a disposizione della causa Pedali di Marca, ognuno per il settore di propria competenza. Il grande spirito di gruppo che si è creato, poi, genera una motivazione tale che quando l'obiettivo è fissato, nulla può fermarli dal raggiungerlo.
Solobike.it: Cosa vedi nel tuo futuro e in quello dei Pedali di Marca?
Stefano De Marchi: Nel mio futuro sicuramente ancora tanta e tanta mountain bike, non importa se pedalata o organizzata. Perché l'avventura più bella, in mountain bike, è sempre la prossima!
Nel futuro di Pedali di Marca c'è sicuramente qualcosa, cosa di preciso ancora non si sa. Il nostro potenziale l'abbiamo dimostrato, ora tocca ad altri valorizzarlo. Paradossalmente, il futuro di Pedali di Marca non dipende da Pedali di Marca.
Solobike.it: Grazie Stefano, per regalarci sempre tante emozioni, come componente di Pedali di Marca e come biker, con i sempre puntuali report dalle gare.
Stefano De Marchi: Grazie a te e grazie a Solobike per l'interesse sempre costante al “cosa c'è sotto” del fare mountain bike, sia esso pedalato, organizzato o amministrato.
Stefano De Marchi: La MTB è un fondamentalmente un mezzo che ti consente di vivere delle esperienze, delle emozioni, delle amicizie e condividere tutto questo con altre persone accomunate dalla tua stessa passione. La MTB è divertimento, svago, avventura, aggregazione, vacanza, turismo, scoperta, festa.
Relegarla al solo aspetto sportivo è riduttivo e deleterio per la crescita del movimento: mai i giovani, il gentil sesso o il grande pubblico si avvicineranno alla MTB se questa viene proposta solo e soltanto come occasione di confronto agonistico.
Solobike.it: In tanti anni hai avuto occasione di conoscere tanti personaggi. Dimmene due che per motivi diversi ti hanno colpito ed affascinato...
Stefano De Marchi: Potrei citare alcuni dei grandi campioni con cui ho avuto modo di entrare in contatto, da Gunn Rita Dahle che mi scrive chiedendomi se ho bisogno di aiuto per il mio soggiorno in Norvegia, ai tedeschi del Team Bulls che non perdono occasione per far festa, a Julien Absalon che mi carica in camper e mi chiede di accompagnare lui e la sua famiglia in albergo.
Sarebbe però troppo scontato. Le vere sorprese arrivano spesso da chi lavora “dietro le quinte” del nostro sport, spesso e volentieri dei perfetti sconosciuti.
Herr Klaus Bouillon. E' una delle persone che più ha colpito in positivo sia me che tutto lo staff di Pedali di Marca. Il signor Bouillon è il sindaco di Sankt Wendel, la cittadina tedesca che ha ospitato i Mondiali Marathon 2010 e i Mondiali Ciclocross 2011. E' in carica da circa vent'anni, e non è difficile capire il perché: propositivo, dinamico, fa di tutto per creare attrattive e interesse per la propria città, ed è grazie a lui se Sankt Wendel è diventata una delle città tedesche con la più alta qualità della vita. E' il primo responsabile e promotore di tutti gli eventi, soprattutto sportivi, che si svolgono in città: Coppe del Mondo di rally e supermotard, gare ciclistiche, maratone, arrivi del Tour de France. Si avvale di uno staff di dipendenti comunali dediti esclusivamente all'organizzazione eventi. Credo sia un modello da imitare per molti, anzi moltissimi politici nostrani. ESEMPLARE.
Ingrid Pallhuber. Sì, “quei” Pallhuber. Un'amica più che una collaboratrice, il suo contributo alla causa Mondiale è stato quanto mai essenziale: traduttrice e interprete (nessuno sa bene quante lingue parli, se quattro, cinque o sei...), profonda conoscitrice del mondo MTB e dei suoi principali attori sia italiani che esteri, in contatto con tutti i big, professionale e sempre pronta ad aiutare in maniera discreta, dispensatrice di consigli e di nuove idee, dotata di calma e di pazienza infinite. Sicuramente un valore aggiunto che, quando l'organizzazione è al top, sa fare la differenza. PREZIOSA.
Solobike.it: Due parole su Massimo Panighel e più di due parole su Pedali di Marca e sui personaggi che ne fanno parte.
Stefano De Marchi: Panighel. Instancabile e mai domo, se ne inventa sempre una dietro l'altra, al punto che anche noi in Pedali di Marca fatichiamo a stargli dietro. Ecco, se proprio devo trovargli un difetto, con tante cose da fare, alcune non riusciamo a valorizzarle al massimo come meriterebbero. Ma d'altronde, come tutti nel gruppo, lo fa prima di tutto per passione e divertimento.
Sui personaggi che fanno parte di Pedali di Marca si potrebbe scrivere un libro: se dovesse capitarvi di prendere parte a una delle nostre riunioni, dubitereste che queste persone hanno saputo realizzare un Campionato del Mondo. Perché Pedali di Marca è prima di tutto un gruppo di amici, che si prendono poco sul serio e vogliono prima di tutto divertirsi: lo sfottò e l'autoironia sono parte integrante del gruppo. Ma da buoni trevigiani, rispecchiando in pieno lo stereotipo del veneto lavoratore stakanovista che fa da sé, quando è ora di darsi da fare non si tirano mai indietro: nel gruppo ci sono persone dotate di professionalità altamente specializzate, artigiani, elettricisti, carpentieri, tecnici, ecc... che mettono le proprie capacità a disposizione della causa Pedali di Marca, ognuno per il settore di propria competenza. Il grande spirito di gruppo che si è creato, poi, genera una motivazione tale che quando l'obiettivo è fissato, nulla può fermarli dal raggiungerlo.
Solobike.it: Cosa vedi nel tuo futuro e in quello dei Pedali di Marca?
Stefano De Marchi: Nel mio futuro sicuramente ancora tanta e tanta mountain bike, non importa se pedalata o organizzata. Perché l'avventura più bella, in mountain bike, è sempre la prossima!
Nel futuro di Pedali di Marca c'è sicuramente qualcosa, cosa di preciso ancora non si sa. Il nostro potenziale l'abbiamo dimostrato, ora tocca ad altri valorizzarlo. Paradossalmente, il futuro di Pedali di Marca non dipende da Pedali di Marca.
Solobike.it: Grazie Stefano, per regalarci sempre tante emozioni, come componente di Pedali di Marca e come biker, con i sempre puntuali report dalle gare.
Stefano De Marchi: Grazie a te e grazie a Solobike per l'interesse sempre costante al “cosa c'è sotto” del fare mountain bike, sia esso pedalato, organizzato o amministrato.