
Non capita spesso di pedalare a quasi tremila metri di quota fino al culmine di una montagna, laddove l’aria rarefatta rende tutto più difficile, laddove la vista spazia a trecentosessanta gradi su un orizzonte sconfinato di vette, boschi e ghiacciai. E non capita spesso di potersi poi gustare tante adrenaliniche discese su piste e sentieri ogni volta diversi.
Tra le località che offrono questa possibilità, Ischgl è sicuramente una delle più rinomate: la piccola cittadina austriaca, principale centro della Paznauntal, negli ultimi anni ha saputo creare un’offerta turistica invernale ampia, variegata e altamente concorrenziale rispetto ad altre località vicine, al prezzo però di sfruttare intensamente (in alcuni casi anche esageratamente) le montagne della Silvretta Arena.
D’estate Ischgl cambia faccia. Messi da parte sci e scarponi, a farla da padrona è la mountain bike: oltre milleduecento chilometri di sentieri per ogni tipo di biker, negozi e noleggi disseminati un po’ ovunque, impianti di risalita e piste freeride disegnate da un certo Hans Rey fanno della Paznauntal una meta irrinunciabile per ogni appassionato delle ruote grasse.
Certo, tra il Burger King in piazza e le ruspe al lavoro alle quote più alte, i puristi storceranno il naso di fronte a una montagna così “commerciale” e sfruttata, in grado però di attrarre anche in estate un turismo giovane e sportivo con eventi di livello internazionale, dall’alpinismo alla camminata in montagna, fino addirittura a discipline motoristiche con moto e kart.
In questo contesto, ovviamente, la mountain bike la fa da padrone e la Ischgl Ironbike, svoltasi sabato scorso su queste montagne, ha sicuramente un fascino tutto particolare: conosciuta come una delle gare tra le più importanti e difficili d’Europa, attrae tutti i maggiori specialisti delle lunghe distanze. Proprio la fama di gara impegnativa, però, fa sì che il numero di partenti non sia elevatissimo: quest’anno erano circa 850, divisi sui tre percorsi a disposizione.
Se vogliamo essere obiettivi l’Ironbike non sembra concepita come un “evento” per intrattenere il biker, ma d’altronde a creare fascino e appeal ci pensano le montagne, le salite e i panorami. E tra piscine, impianti sportivi e di risalita, locali, negozi e svaghi lo slogan “Relax, if you can!” è azzeccato in pieno.
L’unica attività collaterale prevista, peraltro molto gradita dal pubblico, è stato l’Ischgl Palio del venerdì: un combattutissimo short track tra le vie cittadine che ha visto al via i principali favoriti dell’indomani, dal padrone di casa Lakata ai tedeschi Platt, Bohme, Mennen e Leisling, i favoritissimi svizzeri Buchli, Looser e Huber, e una nutrita pattuglia nostrana con Felderer, Cattaneo e De Bertolis. Per la cronaca, a vincere sotto una pioggia incessante è stato Leisling davanti a Platt e Mennen per un podio tutto tedesco.
Sabato è poi stata la volta della Ironbike, disputatasi sotto un cielo terso e limpido che dava la possibilità, alle alte quote, di ammirare un ineguagliabile panorama sulle montagne del Silvretta.
Dopo un giro tra le vie cittadine stracolme di spettatori, il percorso prevedeva un primo anello nella Paznauntal affrontando le ciclabili di fondovalle fino a Mathon e una salita piuttosto agevole verso Lareinalp e la Jamtal, scendendo poi a Galtur su single track e rientrando in costante ma leggerissima discesa a Ischgl dove era posto il traguardo per percorso più corto: 27 chilometri e 750 metri di dislivello su cui si sono cimentati moltissimi neofiti e biker improvvisati, come pure molti semplici turisti divertiti, senza troppi problemi per le bici datate, i pedali flat o l’abbigliamento vintage.
In centro a Ischgl questi proseguivano direttamente verso l’arrivo, mentre chi optava per uno dei due percorsi più lunghi veniva indirizzato verso uno stretto e ripidissimo vicolo in centro città: era solo l’antipasto di quella che sarebbe stata la salita più dura di giornata.
Il percorso infatti prevede ora la durissima ascesa ai 2300 metri di Idalpe (otto chilometri al 12%). La salita, completamente asfaltata, inizia subito impegnativa e – salvo un intermezzo pianeggiante dopo tre chilometri - non molla più fino in cima presentando pendenze costanti sul 13-14% con punte a oltre il 20%. Da Idalpe, dove gli atleti venivano accolti da un folto pubblico arrivato fin qui con la cabinovia, la salita prosegue sterrata fino a quota 2600 metri e poi… è tutta discesa. E che discesa!
Sicuramente una picchiata di quelle da ricordare quella lungo il Velilltrail, uno dei tanti sentieri freeride tracciati da Hans Rey: quattro interminabili chilometri di adrenalina tra tornantini, guadi, salti, paraboliche, un po’ sulla pista da sci e un po’ tra i prati, fino a innestarsi sulla larga, compatta e velocissima sterrata che conduce direttamente in centro a Ischgl e al traguardo, non prima del curioso passaggio in un tunnel pedonale sotto la città, con tanto di tapis roulant in funzione. Si concludeva qui il percorso medio di circa 48 chilometri e 2000 metri di dislivello: adatto a chiunque abbia un discreto allenamento, si è rivelato bello, panoramico e divertente anche se reso piuttosto duro dall’impegnativa (e un po’ noiosa) salita di Idalpe.
Il percorso lungo, invece, godeva di quanto di meglio le montagne del Silvretta Arena avessero da offrire: dopo Idalpe si staccava dal percorso medio e saliva fin sull’Idjoch proseguendo poi fino ai 2853 metri dello Greispitze con pendenze a tratti proibitive, in un ambiente lunare fatto solo di rocce e ghiaioni.
La discesa che ne segue è un’esperienza che non può mancare nel bagaglio di ogni biker che si rispetti: fino al Salaaser Kopf su trail e sentieri realizzati ad hoc direttamente sulla cresta, non eccessivamente tecnici ma altamente panoramici, poi in territorio elvetico sulle medie pendenze dello Zeblastrail che taglia i pendii per oltre tre chilometri fino ad Alp Trida, da cui una comoda e veloce sterrata conduce a Laret e Samnaun, il principale centro svizzero del comprensorio, celebre per il “Twinliner”, la curiosa funivia a due piani.
Ha quindi inizio la seconda durissima salita: altri mille metri di dislivello fino al Palinkopf (2800 metri) risalendo le piste da sci con pendenze elevatissime e in alcuni tratti, come dopo lo Zeblasjoch a 2500 metri, al limite della ciclabilità. Dalla vetta l’ennesimo trail, ora sassoso e sconnesso ma piuttosto breve, è il preludio alla facile ma veloce discesa finale: prima un tratto sterrato reso molto fangoso e viscido dal transito dei mezzi d’opera, quindi alcuni chilometri asfaltati già percorsi nella prima salita, e infine ancora sterrato fino al tunnel e all’arrivo. In totale un percorso di 78 chilometri e 3800 metri di dislivello che danno un senso dicitura “Ironbike”.
All’arrivo il clima era disteso e festoso, con la festa di piazza in cui si teneva il pasta party, che qui usano fare con wiener schnitzel, bratwurst e crauti. E ovviamente tanta birra.
Nel complesso la Ischgl Ironbike 2011 si è rivelata una manifestazione bella e ben riuscita che non ha smentito la propria fama di gara dura ed estrema. Tutto ha funzionato alla perfezione, dalle veloci operazioni pre-gara allo spettacolo del Palio, dai ristori sempre ben forniti, fino al dopo gara con l’accesso gratuito alla piscina coperta. Alla riconsegna del chip veniva inoltre consegnato il pacco gara, costituito da una felpa griffata Cannondale. Il tutto per 32 euro di iscrizione. L’unica pecca riscontrata è forse la gestione della sicurezza in gara: nella lunga discesa dal Velliltrail i mezzi e il personale di soccorso erano decisamente scarsi.
Considerando i costi relativamente bassi di alberghi e ristoranti, Ischgl si rivela una meta appetibile a tutte le tasche, a meno di due ore di auto dal Brennero: gli impianti di risalita, i percorsi adatti ad ogni utenza, dal freerider all’escursionista fino alle famiglie, i tanti negozi e noleggi con decine di mezzi top di gamma (comprese tantissime mtb elettriche, il trend del futuro per il turismo su due ruote) fanno di Ischgl una meta irrinunciabile per i biker. Se questo non è il paradiso della mtb, poco ci manca….
Stefano De Marchi – www.solobike.it
Sito internet: www.ischglironbike.com
Fotogallery:
http://www.sportograf.com/bestof/1199/index.html
http://picasaweb.google.com/the.mtb.biker/IschglIronbike2011
https://picasaweb.google.com/the.mtb.biker/IschglPalio2011
Video:
http://www.youtube.com/watch?v=DacRizLkYZg
Tra le località che offrono questa possibilità, Ischgl è sicuramente una delle più rinomate: la piccola cittadina austriaca, principale centro della Paznauntal, negli ultimi anni ha saputo creare un’offerta turistica invernale ampia, variegata e altamente concorrenziale rispetto ad altre località vicine, al prezzo però di sfruttare intensamente (in alcuni casi anche esageratamente) le montagne della Silvretta Arena.
D’estate Ischgl cambia faccia. Messi da parte sci e scarponi, a farla da padrona è la mountain bike: oltre milleduecento chilometri di sentieri per ogni tipo di biker, negozi e noleggi disseminati un po’ ovunque, impianti di risalita e piste freeride disegnate da un certo Hans Rey fanno della Paznauntal una meta irrinunciabile per ogni appassionato delle ruote grasse.
Certo, tra il Burger King in piazza e le ruspe al lavoro alle quote più alte, i puristi storceranno il naso di fronte a una montagna così “commerciale” e sfruttata, in grado però di attrarre anche in estate un turismo giovane e sportivo con eventi di livello internazionale, dall’alpinismo alla camminata in montagna, fino addirittura a discipline motoristiche con moto e kart.
In questo contesto, ovviamente, la mountain bike la fa da padrone e la Ischgl Ironbike, svoltasi sabato scorso su queste montagne, ha sicuramente un fascino tutto particolare: conosciuta come una delle gare tra le più importanti e difficili d’Europa, attrae tutti i maggiori specialisti delle lunghe distanze. Proprio la fama di gara impegnativa, però, fa sì che il numero di partenti non sia elevatissimo: quest’anno erano circa 850, divisi sui tre percorsi a disposizione.
Se vogliamo essere obiettivi l’Ironbike non sembra concepita come un “evento” per intrattenere il biker, ma d’altronde a creare fascino e appeal ci pensano le montagne, le salite e i panorami. E tra piscine, impianti sportivi e di risalita, locali, negozi e svaghi lo slogan “Relax, if you can!” è azzeccato in pieno.
L’unica attività collaterale prevista, peraltro molto gradita dal pubblico, è stato l’Ischgl Palio del venerdì: un combattutissimo short track tra le vie cittadine che ha visto al via i principali favoriti dell’indomani, dal padrone di casa Lakata ai tedeschi Platt, Bohme, Mennen e Leisling, i favoritissimi svizzeri Buchli, Looser e Huber, e una nutrita pattuglia nostrana con Felderer, Cattaneo e De Bertolis. Per la cronaca, a vincere sotto una pioggia incessante è stato Leisling davanti a Platt e Mennen per un podio tutto tedesco.
Sabato è poi stata la volta della Ironbike, disputatasi sotto un cielo terso e limpido che dava la possibilità, alle alte quote, di ammirare un ineguagliabile panorama sulle montagne del Silvretta.
Dopo un giro tra le vie cittadine stracolme di spettatori, il percorso prevedeva un primo anello nella Paznauntal affrontando le ciclabili di fondovalle fino a Mathon e una salita piuttosto agevole verso Lareinalp e la Jamtal, scendendo poi a Galtur su single track e rientrando in costante ma leggerissima discesa a Ischgl dove era posto il traguardo per percorso più corto: 27 chilometri e 750 metri di dislivello su cui si sono cimentati moltissimi neofiti e biker improvvisati, come pure molti semplici turisti divertiti, senza troppi problemi per le bici datate, i pedali flat o l’abbigliamento vintage.
In centro a Ischgl questi proseguivano direttamente verso l’arrivo, mentre chi optava per uno dei due percorsi più lunghi veniva indirizzato verso uno stretto e ripidissimo vicolo in centro città: era solo l’antipasto di quella che sarebbe stata la salita più dura di giornata.
Il percorso infatti prevede ora la durissima ascesa ai 2300 metri di Idalpe (otto chilometri al 12%). La salita, completamente asfaltata, inizia subito impegnativa e – salvo un intermezzo pianeggiante dopo tre chilometri - non molla più fino in cima presentando pendenze costanti sul 13-14% con punte a oltre il 20%. Da Idalpe, dove gli atleti venivano accolti da un folto pubblico arrivato fin qui con la cabinovia, la salita prosegue sterrata fino a quota 2600 metri e poi… è tutta discesa. E che discesa!
Sicuramente una picchiata di quelle da ricordare quella lungo il Velilltrail, uno dei tanti sentieri freeride tracciati da Hans Rey: quattro interminabili chilometri di adrenalina tra tornantini, guadi, salti, paraboliche, un po’ sulla pista da sci e un po’ tra i prati, fino a innestarsi sulla larga, compatta e velocissima sterrata che conduce direttamente in centro a Ischgl e al traguardo, non prima del curioso passaggio in un tunnel pedonale sotto la città, con tanto di tapis roulant in funzione. Si concludeva qui il percorso medio di circa 48 chilometri e 2000 metri di dislivello: adatto a chiunque abbia un discreto allenamento, si è rivelato bello, panoramico e divertente anche se reso piuttosto duro dall’impegnativa (e un po’ noiosa) salita di Idalpe.
Il percorso lungo, invece, godeva di quanto di meglio le montagne del Silvretta Arena avessero da offrire: dopo Idalpe si staccava dal percorso medio e saliva fin sull’Idjoch proseguendo poi fino ai 2853 metri dello Greispitze con pendenze a tratti proibitive, in un ambiente lunare fatto solo di rocce e ghiaioni.
La discesa che ne segue è un’esperienza che non può mancare nel bagaglio di ogni biker che si rispetti: fino al Salaaser Kopf su trail e sentieri realizzati ad hoc direttamente sulla cresta, non eccessivamente tecnici ma altamente panoramici, poi in territorio elvetico sulle medie pendenze dello Zeblastrail che taglia i pendii per oltre tre chilometri fino ad Alp Trida, da cui una comoda e veloce sterrata conduce a Laret e Samnaun, il principale centro svizzero del comprensorio, celebre per il “Twinliner”, la curiosa funivia a due piani.
Ha quindi inizio la seconda durissima salita: altri mille metri di dislivello fino al Palinkopf (2800 metri) risalendo le piste da sci con pendenze elevatissime e in alcuni tratti, come dopo lo Zeblasjoch a 2500 metri, al limite della ciclabilità. Dalla vetta l’ennesimo trail, ora sassoso e sconnesso ma piuttosto breve, è il preludio alla facile ma veloce discesa finale: prima un tratto sterrato reso molto fangoso e viscido dal transito dei mezzi d’opera, quindi alcuni chilometri asfaltati già percorsi nella prima salita, e infine ancora sterrato fino al tunnel e all’arrivo. In totale un percorso di 78 chilometri e 3800 metri di dislivello che danno un senso dicitura “Ironbike”.
All’arrivo il clima era disteso e festoso, con la festa di piazza in cui si teneva il pasta party, che qui usano fare con wiener schnitzel, bratwurst e crauti. E ovviamente tanta birra.
Nel complesso la Ischgl Ironbike 2011 si è rivelata una manifestazione bella e ben riuscita che non ha smentito la propria fama di gara dura ed estrema. Tutto ha funzionato alla perfezione, dalle veloci operazioni pre-gara allo spettacolo del Palio, dai ristori sempre ben forniti, fino al dopo gara con l’accesso gratuito alla piscina coperta. Alla riconsegna del chip veniva inoltre consegnato il pacco gara, costituito da una felpa griffata Cannondale. Il tutto per 32 euro di iscrizione. L’unica pecca riscontrata è forse la gestione della sicurezza in gara: nella lunga discesa dal Velliltrail i mezzi e il personale di soccorso erano decisamente scarsi.
Considerando i costi relativamente bassi di alberghi e ristoranti, Ischgl si rivela una meta appetibile a tutte le tasche, a meno di due ore di auto dal Brennero: gli impianti di risalita, i percorsi adatti ad ogni utenza, dal freerider all’escursionista fino alle famiglie, i tanti negozi e noleggi con decine di mezzi top di gamma (comprese tantissime mtb elettriche, il trend del futuro per il turismo su due ruote) fanno di Ischgl una meta irrinunciabile per i biker. Se questo non è il paradiso della mtb, poco ci manca….
Stefano De Marchi – www.solobike.it
Sito internet: www.ischglironbike.com
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Video:
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