
Ore 3.50 – Bad Goisern, sveglia
La sveglia suona, ma è da un pezzo che i nostri occhi sono aperti, almeno dalle due e mezza. La tensione e l'adrenalina sono alle stelle al punto che avremo dormito si e no quattro ore. Ci vestiamo e andiamo a fare colazione.
Ore 4.05 – Bad Goisern, colazione
Buio, silenzio. Tutti gli ospiti del grande albergo sono ancora in piena fase R.E.M.. Fuori le tenebre, dentro solo una grande stanza è illuminata, quella della sala da pranzo. Dentro siamo in sei, un italiano, due tedeschi, due austriaci e uno slovacco.... sembra quasi una barzelletta. Le facce assonnate e tese, le bocche ingurgitare tutto quello che ci capita a tiro. Emblematica la frase della cameriera: 'Sie sind verrückt'.
Ore 4.50 – Bad Goisern, km. 0
Pochi minuti al via: il buio non è poi così pesto come un'ora fa ma i lampioni e le fotoelettriche sono ancora indispensabili per vederci qualcosa. La situazione è strana ed emozionante: con le tenebre tutto sembra così diverso, non c'è musica, non c'è rumore. Tutto è come ovattato, il brusio è appena accennato: la piazza è un brulicare di bici e biker, ma tutti parlano sottovoce.
Ore 5.00 – Bad Goisern, partenza
La piazza esplode. Letteralmente. Un boato di grida, applausi e urla che sveglia quei pochi che ancora erano a letto: il rettilineo di partenza è stracolmo di gente, due ali di folla armate di campanacci, trombe, vuvuzela, tamburi e ogni altro aggeggio atto a far rumore. E' il saluto di Bad Goisern agli eroi che partono alla conquista del Salzkammergut. Da pelle d'oca.
La sveglia suona, ma è da un pezzo che i nostri occhi sono aperti, almeno dalle due e mezza. La tensione e l'adrenalina sono alle stelle al punto che avremo dormito si e no quattro ore. Ci vestiamo e andiamo a fare colazione.
Ore 4.05 – Bad Goisern, colazione
Buio, silenzio. Tutti gli ospiti del grande albergo sono ancora in piena fase R.E.M.. Fuori le tenebre, dentro solo una grande stanza è illuminata, quella della sala da pranzo. Dentro siamo in sei, un italiano, due tedeschi, due austriaci e uno slovacco.... sembra quasi una barzelletta. Le facce assonnate e tese, le bocche ingurgitare tutto quello che ci capita a tiro. Emblematica la frase della cameriera: 'Sie sind verrückt'.
Ore 4.50 – Bad Goisern, km. 0
Pochi minuti al via: il buio non è poi così pesto come un'ora fa ma i lampioni e le fotoelettriche sono ancora indispensabili per vederci qualcosa. La situazione è strana ed emozionante: con le tenebre tutto sembra così diverso, non c'è musica, non c'è rumore. Tutto è come ovattato, il brusio è appena accennato: la piazza è un brulicare di bici e biker, ma tutti parlano sottovoce.
Ore 5.00 – Bad Goisern, partenza
La piazza esplode. Letteralmente. Un boato di grida, applausi e urla che sveglia quei pochi che ancora erano a letto: il rettilineo di partenza è stracolmo di gente, due ali di folla armate di campanacci, trombe, vuvuzela, tamburi e ogni altro aggeggio atto a far rumore. E' il saluto di Bad Goisern agli eroi che partono alla conquista del Salzkammergut. Da pelle d'oca.
Ore 5.15 – Rehkogl, km. 4
Siamo solo a un terzo della prima salita, il terzo più facile, e siamo assaliti da sonno, stanchezza, gambe pesanti. Ma chi ce l'ha fatto fare? Ma quanto bene si stava a letto? Quasi quasi giriamo la bici e torniamo in albergo...
Ore 6.20 – Ratschberg, km. 11
Che meraviglia, che bellezza! Sta albeggiando. Tra le nuvole che si stanno diradando filtrano i raggi del sole a illuminare la valle. In lontananza il ghiacciaio del Dachstein, sotto di noi i paesi della valle che ancora dormono. Valeva la pena partire alle cinque anche solo per ammirare questo spettacolo della natura.
Siamo solo a un terzo della prima salita, il terzo più facile, e siamo assaliti da sonno, stanchezza, gambe pesanti. Ma chi ce l'ha fatto fare? Ma quanto bene si stava a letto? Quasi quasi giriamo la bici e torniamo in albergo...
Ore 6.20 – Ratschberg, km. 11
Che meraviglia, che bellezza! Sta albeggiando. Tra le nuvole che si stanno diradando filtrano i raggi del sole a illuminare la valle. In lontananza il ghiacciaio del Dachstein, sotto di noi i paesi della valle che ancora dormono. Valeva la pena partire alle cinque anche solo per ammirare questo spettacolo della natura.
Ore 7.25 – Ewige Wand, km. 29
Primo passaggio sul simbolo della gara, la strada nella roccia tra tunnel e precipizi. Prima e dopo qualche passaggio tecnico un po' umido in single track mette già in difficoltà diversi biker. Da chiedersi come pensano di finirla sta gara se già adesso sono presi così...
Ore 8.00 – Bad Goisern, primo passaggio, km. 40
Finisce il primo giro, quello corto. Inizia a vedersi qualcuno per le strade, finora c'erano quasi solo i bravissimi (e volenterosi) volontari ai bivi e qualche escursionista mattiniero. Gli applausi e i 'SUPPA SUPPA' (si scriverebbe 'Super', ma si legge 'Suppa') vengono distribuiti a destra e a manca non appena compare un 'numero rosso'.
Ore 8.25 – Rehkogl, km. 43
Il bivio tra primo e secondo giro passa senza neanche notarlo. La salita è asfaltata e pedalabile e le gambe iniziano a mulinare bene. Un crucco sbaglia direzione e tutti gli vanno dietro come pecoroni dietro finendo dentro un cortile. Si odono imprecazioni in svariate lingue del mondo.
Ore 9.05 – Reith / Altaussee, km. 52
Ristoro. Si mangia e si beve. Qualcuno già che c'è lava pure la bici visto che il fango accumulato inizia a essere tanto, soprattutto nell'ultima discesa giù per un sentiero di rocce, radici e parecchia melma: un sentiero non lunghissimo ma q.b. per sporcarsi dalla testa ai piedi. E, soprattutto, q.b. per perdere tempo prezioso se si ha da lottare con i cancelli.
Primo passaggio sul simbolo della gara, la strada nella roccia tra tunnel e precipizi. Prima e dopo qualche passaggio tecnico un po' umido in single track mette già in difficoltà diversi biker. Da chiedersi come pensano di finirla sta gara se già adesso sono presi così...
Ore 8.00 – Bad Goisern, primo passaggio, km. 40
Finisce il primo giro, quello corto. Inizia a vedersi qualcuno per le strade, finora c'erano quasi solo i bravissimi (e volenterosi) volontari ai bivi e qualche escursionista mattiniero. Gli applausi e i 'SUPPA SUPPA' (si scriverebbe 'Super', ma si legge 'Suppa') vengono distribuiti a destra e a manca non appena compare un 'numero rosso'.
Ore 8.25 – Rehkogl, km. 43
Il bivio tra primo e secondo giro passa senza neanche notarlo. La salita è asfaltata e pedalabile e le gambe iniziano a mulinare bene. Un crucco sbaglia direzione e tutti gli vanno dietro come pecoroni dietro finendo dentro un cortile. Si odono imprecazioni in svariate lingue del mondo.
Ore 9.05 – Reith / Altaussee, km. 52
Ristoro. Si mangia e si beve. Qualcuno già che c'è lava pure la bici visto che il fango accumulato inizia a essere tanto, soprattutto nell'ultima discesa giù per un sentiero di rocce, radici e parecchia melma: un sentiero non lunghissimo ma q.b. per sporcarsi dalla testa ai piedi. E, soprattutto, q.b. per perdere tempo prezioso se si ha da lottare con i cancelli.
Ore 9.20 – Salzwelt Altaussee, km. 55
Passiamo di fronte alle miniere di sale, attrazione turistica divertente anche se freddina (un'ora e mezza a 7°C dentro la montagna). La temperatura esterna invece è ottimale, non fa troppo freddo e il tempo sembra tenere ed esce pure il sole. Anche questa salita è pedalabile... anzi no, dopo le miniere si impenna con pendenze da capottarsi. Ma dura poco, poi torna agevole.
Ore 9.30 – La pista nera, km. 57
Chi trova un amico trova un tesoro. Noi troviamo Giacomo, da Pesaro. Ci avverte di quel che sta per arrivare: una pista nera da scendere 'dritto per dritto'. Sul momento non capiamo, ma poco dopo... vediamo. Una discesa corta ma ripidissima, costellata di sassoni messi un po' a casaccio; poi entra nel bosco e si fa... inesistente. Sembra di essere sul greto di un torrente in secca, quasi impossibile procedere in bici tra le pietre umide e scivolose.
Passiamo di fronte alle miniere di sale, attrazione turistica divertente anche se freddina (un'ora e mezza a 7°C dentro la montagna). La temperatura esterna invece è ottimale, non fa troppo freddo e il tempo sembra tenere ed esce pure il sole. Anche questa salita è pedalabile... anzi no, dopo le miniere si impenna con pendenze da capottarsi. Ma dura poco, poi torna agevole.
Ore 9.30 – La pista nera, km. 57
Chi trova un amico trova un tesoro. Noi troviamo Giacomo, da Pesaro. Ci avverte di quel che sta per arrivare: una pista nera da scendere 'dritto per dritto'. Sul momento non capiamo, ma poco dopo... vediamo. Una discesa corta ma ripidissima, costellata di sassoni messi un po' a casaccio; poi entra nel bosco e si fa... inesistente. Sembra di essere sul greto di un torrente in secca, quasi impossibile procedere in bici tra le pietre umide e scivolose.
Ore 9.40 – Blaa Alm, km. 59
Sempre insieme a Giacomo. Qui l'anno scorso forò: nella sosta notò un recinto per animali. Ci invita a fermarci un minuto per andare a vedere. Come allo zoo, anzi meglio... allo zoo le marmotte non sempre ci sono.
Ore 09.50 – Valle del Rettenbach, km. 63
La discesa è veloce, non troppo ripida e né troppo tecnica, ma si snoda in un ambiente a dir poco strabiliante, fianco a fianco al torrente tra gallerie, canyon, cascate, pareti di roccia. A ogni chilometro uno spettacolo diverso nella stretta e selvaggia valle, ma chi sbaglia una curva è spacciato.
Ore 10.00 – Valle del Rettenbach, km. 68
E il primo cancello è passato. 45 minuti di anticipo possono essere tanti ma anche pochi, visto quello che c'è ancora da affrontare. In compenso al ristoro, pochi chilometri prima, abbiamo approfittato del lavaggio bici, ce n'era proprio bisogno.
Ore 10.20 – Valle del Grabenbach, km. 71
Un'altra salita. Un'altra – per fortuna – con pendenze non così elevate. Si incunea dritta e senza tornanti in una forra sempre più stretta e sempre più profonda. Qui nel 2010 uno del D-Strecke è caduto di sotto e c'ha lasciato le penne. Inizia pure a fare un po' freddino, si alza un po' d'aria e il cielo si annuvola sempre più. Pure le gambe iniziano a sentire la stanchezza.
Ore 10.45 – Tauernkreuzung, km. 74
Ci siamo passati anche prima, nel giro piccolo. C'è il ristoro, adesso preso d'assalto da quelli del B-Strecke partiti alle 9.00. Fa freddo e c'è vento, meglio vestirsi. Ripartiamo e, abbandonati i 'numeri blu' canniamo alla grande il primo bivio che ci capita davanti. E' già la seconda volta che ci capita: preoccupante...
Ore 10.55 – La discesa senza nome, km. 76
Ecco il fascino del Salzkammergut: vegetazione rigogliosa, precipizi, pareti verticali e sentieri a strapiombo (questo che stiamo affrontando ha persino le reti di protezione!). Entriamo e usciamo dalle gallerie a velocità folli, poi tiriamo di colpo i freni sennò ci ammazziamo: davanti a noi diverse centinaia di metri di fango e sassi, radici e ruscelli. Dai numerosi infermieri presenti si capisce che qua ci si fa male, difatti tutti scendono a piedi.
Ore 11.15 – Bad Ischgl, km. 82
Non si sa come, non si sa perché, ma nonostante la stanchezza scendiamo in sella alla grande e senza problemi. Sarà merito della full 29'? O forse delle gomme 'quellechecostanomeno' gonfiate a 'piùomenoquantobasta'? Fatto sta che arriviamo alle porte di Bad Ischgl con il sorriso sulle labbra.
Ore 11.16 – Bad Ischgl, km. 82,5
Da lontano vediamo un biker arrancare a piedi tra le erbacce nel mezzo di un campo ripidissimo. Il sorriso sulle labbra sparisce all'istante. Poco dopo sarà ancora peggio: la foto si commenta da sola.
Sempre insieme a Giacomo. Qui l'anno scorso forò: nella sosta notò un recinto per animali. Ci invita a fermarci un minuto per andare a vedere. Come allo zoo, anzi meglio... allo zoo le marmotte non sempre ci sono.
Ore 09.50 – Valle del Rettenbach, km. 63
La discesa è veloce, non troppo ripida e né troppo tecnica, ma si snoda in un ambiente a dir poco strabiliante, fianco a fianco al torrente tra gallerie, canyon, cascate, pareti di roccia. A ogni chilometro uno spettacolo diverso nella stretta e selvaggia valle, ma chi sbaglia una curva è spacciato.
Ore 10.00 – Valle del Rettenbach, km. 68
E il primo cancello è passato. 45 minuti di anticipo possono essere tanti ma anche pochi, visto quello che c'è ancora da affrontare. In compenso al ristoro, pochi chilometri prima, abbiamo approfittato del lavaggio bici, ce n'era proprio bisogno.
Ore 10.20 – Valle del Grabenbach, km. 71
Un'altra salita. Un'altra – per fortuna – con pendenze non così elevate. Si incunea dritta e senza tornanti in una forra sempre più stretta e sempre più profonda. Qui nel 2010 uno del D-Strecke è caduto di sotto e c'ha lasciato le penne. Inizia pure a fare un po' freddino, si alza un po' d'aria e il cielo si annuvola sempre più. Pure le gambe iniziano a sentire la stanchezza.
Ore 10.45 – Tauernkreuzung, km. 74
Ci siamo passati anche prima, nel giro piccolo. C'è il ristoro, adesso preso d'assalto da quelli del B-Strecke partiti alle 9.00. Fa freddo e c'è vento, meglio vestirsi. Ripartiamo e, abbandonati i 'numeri blu' canniamo alla grande il primo bivio che ci capita davanti. E' già la seconda volta che ci capita: preoccupante...
Ore 10.55 – La discesa senza nome, km. 76
Ecco il fascino del Salzkammergut: vegetazione rigogliosa, precipizi, pareti verticali e sentieri a strapiombo (questo che stiamo affrontando ha persino le reti di protezione!). Entriamo e usciamo dalle gallerie a velocità folli, poi tiriamo di colpo i freni sennò ci ammazziamo: davanti a noi diverse centinaia di metri di fango e sassi, radici e ruscelli. Dai numerosi infermieri presenti si capisce che qua ci si fa male, difatti tutti scendono a piedi.
Ore 11.15 – Bad Ischgl, km. 82
Non si sa come, non si sa perché, ma nonostante la stanchezza scendiamo in sella alla grande e senza problemi. Sarà merito della full 29'? O forse delle gomme 'quellechecostanomeno' gonfiate a 'piùomenoquantobasta'? Fatto sta che arriviamo alle porte di Bad Ischgl con il sorriso sulle labbra.
Ore 11.16 – Bad Ischgl, km. 82,5
Da lontano vediamo un biker arrancare a piedi tra le erbacce nel mezzo di un campo ripidissimo. Il sorriso sulle labbra sparisce all'istante. Poco dopo sarà ancora peggio: la foto si commenta da sola.
Ore 11.35 – Da qualche parte vicino a Bad Ischgl, km. 84
C'è da camminare, e tanto, nei sentieri da capre infangati e invasi dalla vegetazione.
Fa freddo, e il cielo si fa sempre più scuro e minaccioso.
Siamo stanchi e le gambe invocano pietà.
Non abbiamo la più pallida idea di dove siamo, di quanto manchi alla fine della salita.
Giungiamo in un paesino fantasma, non c'è anima viva in giro.
Legge di Murphy: 'Se qualcosa può andar male, lo farà.'
Ore 11.36 – Perneck, km. 85
Non poteva esserci momento migliore per forare.
Per fortuna c'è subito il ristoro, e la foratura è meno grave del previsto e con un gonfia&ripara risolviamo rapidamente il problema.
Problemi però che non sono finiti: c'è da affrontare il secondo strappo dei quattro che compongono la salita che ci riporterà in cima all'Hutteneckalm, già vista alle sette e mezza di mattina.
Ore 11.45 – Miniere di sale abbandonate, km. 87
La salita è asfaltata, ma talmente ripida che non si può far altro che salire a piedi, e pure a fatica visto che si scivola di continuo sul cemento bagnato. Sono chilometri che non vediamo anima viva, nemmeno ai bivi. Incrociamo lo sguardo con un compagno di (s)ventura: non servono parole, basta un'occhiata per capirsi e scoppiare in una risata amara e beffarda. Ma chi ce l'ha fatto fare? Perché siamo qui? Ma soprattutto, dove siamo? Sconforto, ecco quello che proviamo.
Ore 12.05 – Hinterrad, km. 89
Miracolo: il terzo strappo è quasi un falsopiano! Le gambe e soprattutto la testa riprendono vigore. Inizia però a gocciolare, speriamo bene.
Ore 12.30 – Tauernkreuzung, km. 95
Per la terza volta ritorniamo a questo ristoro. Non gocciola ma pioviggina. Il nostro obiettivo di fare mezza Salzkammergut è quasi completato, ancora l'ultimo strappo e poi è più o meno tutta discesa.
Ore 12.50 – Hutteneckalm, km. 96
Piove. Anzi, nevischia. Crolliamo psicologicamente. Gettiamo la spugna. L'unico sorriso ce lo strappano degli spettatori imbaccuccati e festaioli. E qualche pacca sulle spalle da parte dei biker dei percorsi più corti. Non vediamo l'ora di scendere a valle e scaldarci un po'. A inizio discesa qualcuno lungo la strada dice di conoscerci ma il cervello ormai non connette più. Unico task: tornare a casa.
Ore 13.05 – Predigstuhl, km. 100
Più o meno al cancello dei 100 chilometri, dove arriviamo con quaranta minuti di anticipo, inizia a diluviare (come del resto è abitudine qui nel Salzkammergut). Con calma ci mettiamo in assetto da pioggia e proseguiamo con cautela.
Ore 13.25 – Ewige Wand, km. 104
Passiamo per la seconda volta per la strada nella roccia, ora decisamente meno felici e brillanti. Senza occhiali e con la pioggia non si vede niente. Andiamo in crisi pure sui single track in discesa: la facciamo sporca e qualcuno lo evitiamo tagliando per la sterrata principale.
Ore 13.40 – Weissenbach, km. 109
Laddove inizia e finisce l'anello per Chorinskyklause, con una salita agevole e una discesa estrema, come previsto, alziamo bandiera bianca: 'Kaputt, leer'. Intirizziti, zuppi, sporchi e puzzolenti non siamo quasi neanche capace di scendere di bici. Il volontario al bivio sogghigna beffardo e ci obbliga pure all'umiliazione di toglierci da soli il chip. Bastardo.
Ore 13.45 – Weissenbach, km. 109
Salutato il volontario con una bella imprecazione in idioma veneto, arriviamo alla feed-zone. Ci rifocilliamo a dovere, senza fretta e riprendiamo la strada verso Bad Goisern tra gli sguardi tra il divertito e il rassegnato delle ragazze del ristoro: chissà quanto se la ridono a vedere questi deficienti massacrarsi le natiche con ore e ore di culo in sella e che, magari, si trovano costretti pure a cambiarsi e asciugarsi chiappe al vento.
Ore 14.05 – Bad Goisern
Facciamo gli abusivi e ci immettiamo nel percorso all'ultimo chilometro, tanto per tagliare il traguardo e farci fare due foto. Non mancano gli incitamenti, anche se di tono diverso rispetto alla mattina: ora sono decisamente più mesti e rassegnati, come a consolare per la missione fallita.
Ore 15.47 – Bad Goisern
Docciati e cambiati finalmente possiamo dedicarci a birra & wustel sotto al tendone. Nel frattempo lo speaker annuncia l'arrivo del primo 'numero rosso'. Ce ne freghiamo alla grande, ora abbiamo altro di ben più importante a cui pensare.
Il pomeriggio scorrerà scandito dalla pioggia, più o meno intensa ma comunque sempre presente. Per i 'numeri rossi' sopravvissuti il più è fatto, anche se i chilometri da pedalare sono ancora tanti verso Hallstatt e Gosau, con un lungo (ma per nulla banale) tratto pianeggiante sul lungo lago e poi su verso le miniere di Hallstatt e il famigerato muro del pianto, vero e proprio ago della bilancia della corsa. Da lì al traguardo mancheranno altre due salite, pedalabili ma per nulla semplici dati i tanti chilometri nelle gambe, e diverse larghe e comode sterrate in discesa.
Chi uscirà indenne anche dagli ultimi cancelli sarà accolto a Bad Goisern in maniera trionfale fino oltre le nove di sera: i 'numeri rossi' che portano a termine la missione, primi o ultimi poco importa, sono ammirati e rispettati come degli eroi.
Stefano De Marchi @ www.solobike.it
C'è da camminare, e tanto, nei sentieri da capre infangati e invasi dalla vegetazione.
Fa freddo, e il cielo si fa sempre più scuro e minaccioso.
Siamo stanchi e le gambe invocano pietà.
Non abbiamo la più pallida idea di dove siamo, di quanto manchi alla fine della salita.
Giungiamo in un paesino fantasma, non c'è anima viva in giro.
Legge di Murphy: 'Se qualcosa può andar male, lo farà.'
Ore 11.36 – Perneck, km. 85
Non poteva esserci momento migliore per forare.
Per fortuna c'è subito il ristoro, e la foratura è meno grave del previsto e con un gonfia&ripara risolviamo rapidamente il problema.
Problemi però che non sono finiti: c'è da affrontare il secondo strappo dei quattro che compongono la salita che ci riporterà in cima all'Hutteneckalm, già vista alle sette e mezza di mattina.
Ore 11.45 – Miniere di sale abbandonate, km. 87
La salita è asfaltata, ma talmente ripida che non si può far altro che salire a piedi, e pure a fatica visto che si scivola di continuo sul cemento bagnato. Sono chilometri che non vediamo anima viva, nemmeno ai bivi. Incrociamo lo sguardo con un compagno di (s)ventura: non servono parole, basta un'occhiata per capirsi e scoppiare in una risata amara e beffarda. Ma chi ce l'ha fatto fare? Perché siamo qui? Ma soprattutto, dove siamo? Sconforto, ecco quello che proviamo.
Ore 12.05 – Hinterrad, km. 89
Miracolo: il terzo strappo è quasi un falsopiano! Le gambe e soprattutto la testa riprendono vigore. Inizia però a gocciolare, speriamo bene.
Ore 12.30 – Tauernkreuzung, km. 95
Per la terza volta ritorniamo a questo ristoro. Non gocciola ma pioviggina. Il nostro obiettivo di fare mezza Salzkammergut è quasi completato, ancora l'ultimo strappo e poi è più o meno tutta discesa.
Ore 12.50 – Hutteneckalm, km. 96
Piove. Anzi, nevischia. Crolliamo psicologicamente. Gettiamo la spugna. L'unico sorriso ce lo strappano degli spettatori imbaccuccati e festaioli. E qualche pacca sulle spalle da parte dei biker dei percorsi più corti. Non vediamo l'ora di scendere a valle e scaldarci un po'. A inizio discesa qualcuno lungo la strada dice di conoscerci ma il cervello ormai non connette più. Unico task: tornare a casa.
Ore 13.05 – Predigstuhl, km. 100
Più o meno al cancello dei 100 chilometri, dove arriviamo con quaranta minuti di anticipo, inizia a diluviare (come del resto è abitudine qui nel Salzkammergut). Con calma ci mettiamo in assetto da pioggia e proseguiamo con cautela.
Ore 13.25 – Ewige Wand, km. 104
Passiamo per la seconda volta per la strada nella roccia, ora decisamente meno felici e brillanti. Senza occhiali e con la pioggia non si vede niente. Andiamo in crisi pure sui single track in discesa: la facciamo sporca e qualcuno lo evitiamo tagliando per la sterrata principale.
Ore 13.40 – Weissenbach, km. 109
Laddove inizia e finisce l'anello per Chorinskyklause, con una salita agevole e una discesa estrema, come previsto, alziamo bandiera bianca: 'Kaputt, leer'. Intirizziti, zuppi, sporchi e puzzolenti non siamo quasi neanche capace di scendere di bici. Il volontario al bivio sogghigna beffardo e ci obbliga pure all'umiliazione di toglierci da soli il chip. Bastardo.
Ore 13.45 – Weissenbach, km. 109
Salutato il volontario con una bella imprecazione in idioma veneto, arriviamo alla feed-zone. Ci rifocilliamo a dovere, senza fretta e riprendiamo la strada verso Bad Goisern tra gli sguardi tra il divertito e il rassegnato delle ragazze del ristoro: chissà quanto se la ridono a vedere questi deficienti massacrarsi le natiche con ore e ore di culo in sella e che, magari, si trovano costretti pure a cambiarsi e asciugarsi chiappe al vento.
Ore 14.05 – Bad Goisern
Facciamo gli abusivi e ci immettiamo nel percorso all'ultimo chilometro, tanto per tagliare il traguardo e farci fare due foto. Non mancano gli incitamenti, anche se di tono diverso rispetto alla mattina: ora sono decisamente più mesti e rassegnati, come a consolare per la missione fallita.
Ore 15.47 – Bad Goisern
Docciati e cambiati finalmente possiamo dedicarci a birra & wustel sotto al tendone. Nel frattempo lo speaker annuncia l'arrivo del primo 'numero rosso'. Ce ne freghiamo alla grande, ora abbiamo altro di ben più importante a cui pensare.
Il pomeriggio scorrerà scandito dalla pioggia, più o meno intensa ma comunque sempre presente. Per i 'numeri rossi' sopravvissuti il più è fatto, anche se i chilometri da pedalare sono ancora tanti verso Hallstatt e Gosau, con un lungo (ma per nulla banale) tratto pianeggiante sul lungo lago e poi su verso le miniere di Hallstatt e il famigerato muro del pianto, vero e proprio ago della bilancia della corsa. Da lì al traguardo mancheranno altre due salite, pedalabili ma per nulla semplici dati i tanti chilometri nelle gambe, e diverse larghe e comode sterrate in discesa.
Chi uscirà indenne anche dagli ultimi cancelli sarà accolto a Bad Goisern in maniera trionfale fino oltre le nove di sera: i 'numeri rossi' che portano a termine la missione, primi o ultimi poco importa, sono ammirati e rispettati come degli eroi.
Stefano De Marchi @ www.solobike.it