Tappa #2 / San Lorenzo al Lago > Montefortino
Il tempo non sembra dei migliori, ma almeno non prenderemo la pioggia: dopo un riscaldamento sul lungolago iniziamo a salire, anche oggi come ieri lungo un’ascesa lunga e pedalabile. Un ameno paesino è l’ultimo segno di civiltà prima di addentrarsi tra montagne, valli, vette e distese infinite d’erba.
Almeno, così dovrebbe essere sulla carta. E invece entriamo nel mezzo delle nuvole e l’unica cosa che vediamo per chilometri e chilometri è la bianca coltre della nebbia: peccato, perché sembra che dal Ragnolo e dal Pizzo di Meta la vista corra in ogni direzione per chilometri e chilometri, dall’Adriatico agli Appennini, dal Conero al Gran Sasso.
Usciamo dalla nebbia che siamo quasi al rifugio Amandola, sotto il picco omonimo e sopra la cittadina dallo stesso nome. E per fortuna: la discesa del Balzo Rosso è entusiasmante, sia per i divertenti tratti di single track che per il panorama sulla valle sottostante, il tutto dominato dalla possente mole rossastra del Balzo.
Da qui in poi tiriamo fuori il classico “capello dal cilindro”: ci inventiamo una discesa su tratturi vecchi e poco battuti che si rivelano una sequenza interminabile di sentieri uno più bello dell’altro fino alle porte di Amandola.
Viste le poche soste fatte per strada (causa nebbia) arriviamo in paese che è praticamente ora di pranzo… e quindi ci diamo dentro. Più tardi, con la pancia piena, anticiperemo la tappa del giorno dopo risalendo la valle del Tenna, superando inaspettate rampe bastarde fino alle porte di Montefortino, dove un suggestivo mulino fortificato del quattordicesimo secolo ci ospiterà per la notte.
Viste le poche soste fatte per strada (causa nebbia) arriviamo in paese che è praticamente ora di pranzo… e quindi ci diamo dentro. Più tardi, con la pancia piena, anticiperemo la tappa del giorno dopo risalendo la valle del Tenna, superando inaspettate rampe bastarde fino alle porte di Montefortino, dove un suggestivo mulino fortificato del quattordicesimo secolo ci ospiterà per la notte.