Da un po’ di tempo, con lo zampino di alcuni prezzemolini del web, i siti dedicati alla mountain bike si popolano spesso di contenuti su una meta del centro Italia, a cavallo tra Umbria e Marche, che il più delle persone fatica anche solo a collocare su una cartina geografica.
Stiamo parlando dei monti Sibillini, il gruppo montuoso racchiuso tra le province di Ascoli Piceno, Macerata, Perugia e Fermo (alzi la mano chi era a conoscenza dell’esistenza della provincia di Fermo…). Nonostante la presenza umana sia piuttosto diffusa, il territorio di questa zona resta ancora abbastanza selvaggio: si alternano infatti grandi panettoni erbosi e profonde vallate, fitti boschi e pareti di roccia, complessi sistemi di vette e una stupefacente quantità di torrenti e fonti d’acqua.
Stiamo parlando dei monti Sibillini, il gruppo montuoso racchiuso tra le province di Ascoli Piceno, Macerata, Perugia e Fermo (alzi la mano chi era a conoscenza dell’esistenza della provincia di Fermo…). Nonostante la presenza umana sia piuttosto diffusa, il territorio di questa zona resta ancora abbastanza selvaggio: si alternano infatti grandi panettoni erbosi e profonde vallate, fitti boschi e pareti di roccia, complessi sistemi di vette e una stupefacente quantità di torrenti e fonti d’acqua.
Tante sarebbero le cose da dire sui Sibillini, dalle leggende millenarie che animano questi luoghi ai prodotti tipici del territorio fino alle attività agro-alimentari che tengono in piedi l’economia di questi paesi, ma siccome il rischio di commettere errori è troppo alto, vi diciamo solo che i posti sono straordinari, la cucina locale è eccellente e la gente del posto è accogliente e genuina.
Per tutto il resto vi invitiamo a farvi una cultura “da voi” curiosabdi sul sito del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (sibillini.net) e sulla pagina Wikipedia dedicata (wikipedia.org/wiki/Monti_Sibillini).
Per tutto il resto vi invitiamo a farvi una cultura “da voi” curiosabdi sul sito del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (sibillini.net) e sulla pagina Wikipedia dedicata (wikipedia.org/wiki/Monti_Sibillini).
Il Grande Anello dei Sibillini (G.A.S.)
Nell’ottica di promuovere il turismo sportivo e naturalistico, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha creato una rete di percorsi e sentieri che coprono praticamente ogni angolo del comprensorio. Tra questi, il principale è il G.A.S., un percorso escursionistico di circa 124 Km che abbraccia l’intera catena montuosa: articolato in nove tappe, è completamente segnalato e permette di conoscere, oltre alla molteplicità di paesaggi e bellezze naturali, parte dell’inestimabile patrimonio storico culturale che questo territorio conserva.
Il Parco ha pensato anche alle due ruote: insieme al percorso classico è stato infatti messo a punto anche un anello destinato alla mountain bike, suddiviso in cinque tappe ma adattabile in diversi modi alle esigenze di ciascuno. Noi ad esempio l’abbiamo effettuato in quattro frazioni, studiate per scoprire tutto “il meglio” - o quasi – dei Sibillini.
Il Parco ha pensato anche alle due ruote: insieme al percorso classico è stato infatti messo a punto anche un anello destinato alla mountain bike, suddiviso in cinque tappe ma adattabile in diversi modi alle esigenze di ciascuno. Noi ad esempio l’abbiamo effettuato in quattro frazioni, studiate per scoprire tutto “il meglio” - o quasi – dei Sibillini.
Se anche voi vorrete scoprire queste montagne in sella alla vostra mountain bike, i siti di riferimento sono Sibillini Bike Map (sibillinibikemap.it) e Sibillini MTB (sibillini-mtb.it): è anche grazie a questi due riferimenti che siamo potuti partire alla conquista del Grande Anello dei Monti Sibillini.
Tappa #1 / Visso > San Lorenzo al Lago
Si parte!
Lasciamo Visso che è ora di pranzo, risaliamo dolcemente la valle fino a Ussita e iniziamo quindi a soffrire: la Val di Panico (nomen omen) ci accoglie con pendenze proibitive che se affrontate – come stiamo facendo noi – col sole a picco fanno decisamente male. Per fortuna la salita continua poi più semplice sotto la parete rocciosa del… Sella? No, del Cristallo. Anzi no… Sassolungo? Macchè, siamo nell’Italia centrale ma il paesaggio sembra quasi dolomitico: l’imponente parete nord del monte Bove è infatti lo stupefacente scenario all’andata e ritorno sui due versanti della valle.
Lasciamo Visso che è ora di pranzo, risaliamo dolcemente la valle fino a Ussita e iniziamo quindi a soffrire: la Val di Panico (nomen omen) ci accoglie con pendenze proibitive che se affrontate – come stiamo facendo noi – col sole a picco fanno decisamente male. Per fortuna la salita continua poi più semplice sotto la parete rocciosa del… Sella? No, del Cristallo. Anzi no… Sassolungo? Macchè, siamo nell’Italia centrale ma il paesaggio sembra quasi dolomitico: l’imponente parete nord del monte Bove è infatti lo stupefacente scenario all’andata e ritorno sui due versanti della valle.
Arriviamo così al caratteristico piccolo e vecchio borgo di Casali: fontana provvidenziale e pausa di rito. Poi ci facciamo tentare da un sentiero, all’apparenza fattibile ma che si rivelerà più avanti decisamente ostico: saliamo quindi per la “classica”, una rotabile larga e poco pendente che sale alta sulla valle permettendoci di raggiungere con relativa facilità il sorprendente GPM di giornata.
I Piani di Pao e tutto il successivo pianoro regalano infatti un panorama da urlo, sia sulle selvagge e profonde vallate circostanti che sui più lontani territori collinari delle Marche. Non mancano neanche greggi di pecore, i primi di una lunga serie che incontreremo durante questo viaggio.
I Piani di Pao e tutto il successivo pianoro regalano infatti un panorama da urlo, sia sulle selvagge e profonde vallate circostanti che sui più lontani territori collinari delle Marche. Non mancano neanche greggi di pecore, i primi di una lunga serie che incontreremo durante questo viaggio.
Infine la discesa: lunghissima, veloce, sinuosa, poco pendente. Un po’ come la salita, insomma, e iniziamo a sospettare (con gioia) che di rampe ripide da queste parti è difficile da trovarne. Intanto la nitida visione del lago di Fiastra appare laggiù, in fondo alla valle, e stanchi della monotonia della discesa imbocchiamo il primo sentiero che ci capita a tiro tagliando i tornanti e piombando nel bel mezzo di Fiastra in un baleno.
San Lorenzo al Lago è la frazione più prossima al bacino artificiale: qui la nostra giornata ha termine, prima in relax sull’affollata spiaggia del paese quindi in un accogliente ma trasandato albergo che sa tanto di “casa della nonna”.