Imst, Sabato 17 Luglio 2010 E la prima è andata! Seppure fosse una tra le più semplici, la tappa di Imst ha segnato a tutti gli effetti l'inizio dell'avventura: una frazione tutto sommato agevole, molto scorrevole e veloce, che ha dato modo un po' a tutti di scaldare le gambe in vista delle fatiche ben più grandi che verranno. Lasciamo Füssen percorrendo le caratteristiche vie della città, ornate a festa e affollate di spettatori fino all'inverosimile, dirigendoci verso la frontiera con l'Austria: pochi chilometri e il confine è varcato, non prima però dell'immancabile 'giro turistico' tra i castelli di Hohenschwangau e Neuschwanstein. In territorio austriaco veniamo poi subito accolti dalle ciclabili della Lechtal ripercorrendo quella che secoli fa fu la Claudia Augusta, via romana commerciale tra Venezia e le province del nord. Nei pressi di Reutte, il primo centro abitato di una certa importanza, attraversiamo anche la scenografica strettoia di Klause, ex valico di frontiera presidiato da una fortezza oggi diroccata. | Gallery |
Nel frattempo, nel saliscendi continuo della prima parte di tappa, io e Alessandro iniziamo a prendere confidenza con alcuni dei nostri 'avversari' (anche se mai termine fu più inadeguato): ci sono le graziose Olandesine, la coppia lussemburghese subito ribattezzata 'fratelli Schleck', le bellissime norvegesi e 'il pazzo'. Quest'ultimo, in particolare, merita un accenno: è un ragazzo americano bardato in stile freeride che, se su ogni salita - anche la più facile - non esita a innestare il rampichino, in discesa si rende protagonista di numeri ed evoluzioni degne dei migliori discesisti.
A Lermoos, ai piedi del versante austriaco dello Zugspitze, notiamo con orrore gli imponenti tralicci della Tiroler Zugspitzebahn, uno dei tantissimi impianti di risalita che squarciano la montagna più alta di Germania: con quest'immagine
sullo sfondo raggiungiamo il ristoro (voto 5, ci si poteva aspettare di più) e approcciamo, attraversando un bellissimo lariceto, la temuta ascesa del Marienbergjoch.
La salita si rivela per metà abbastanza pedalabile ma nel finale, quando lo sterrato si impenna sotto le ruote fin oltre il 30%, non si può far altro che scendere e procedere a piedi: l'arrampicata finale del Marienbergjoch diventa così un'interminabile colonna di bikers, per di più sferzata dal freddo vento che per chilometri, a fondo valle, aveva sospinto e aiutato l'incedere degli atleti.
Dalla vetta all'arrivo sembra tutto facile: discesa veloce e sentieri di fondovalle senza difficoltà. Tuttavia, a tre chilometri dal traguardo, inizia a piovere: niente di più che un classico temporale, utile comunque a infradiciare chi, come noi, è ancora lungo il percorso. Tagliamo il traguardo in posizione anonima in meno di quattro ore e mezza, comunque mezz'ora meno del previsto. Nella breve sosta al ristoro incontriamo Michele e Alberto del Team Val Comelico con i quali abbiamo fatto amicizia ieri sera: insieme raggiungiamo l'area camper, a dir la verità parecchio distante dal centro logistico dell'evento, e possiamo finalmente dedicarci alle operazioni post-gara (doccia, lavaggio bici e indumenti, set-up bici per domani) e poi finalmente al meritato relax. Ci avevano consigliato una visita alla Rosengartenschlucht e la grotta blu ('Blaue Grotte'), una delle gole più belle dell'Austria che ha inizio proprio in centro a Imst, ma le tre ore dell'escursione preferiamo dedicarle ad altro. Come magari una bella dormita.
Anche perché nel frattempo quel cielo che per tutto il giorno è stato velato dalle nubi, adesso rovescia su Imst una pioggia continua e incessante: speriamo che domani il tempo possa essere clemente. Se così non fosse, il tentativo riuscire a concludere la seconda tappa - una tra le più dure di tutta la corsa - potrebbe trasformarsi in una vera e propria impresa.
Stefano De Marchi - www.solobike.it
A Lermoos, ai piedi del versante austriaco dello Zugspitze, notiamo con orrore gli imponenti tralicci della Tiroler Zugspitzebahn, uno dei tantissimi impianti di risalita che squarciano la montagna più alta di Germania: con quest'immagine
sullo sfondo raggiungiamo il ristoro (voto 5, ci si poteva aspettare di più) e approcciamo, attraversando un bellissimo lariceto, la temuta ascesa del Marienbergjoch.
La salita si rivela per metà abbastanza pedalabile ma nel finale, quando lo sterrato si impenna sotto le ruote fin oltre il 30%, non si può far altro che scendere e procedere a piedi: l'arrampicata finale del Marienbergjoch diventa così un'interminabile colonna di bikers, per di più sferzata dal freddo vento che per chilometri, a fondo valle, aveva sospinto e aiutato l'incedere degli atleti.
Dalla vetta all'arrivo sembra tutto facile: discesa veloce e sentieri di fondovalle senza difficoltà. Tuttavia, a tre chilometri dal traguardo, inizia a piovere: niente di più che un classico temporale, utile comunque a infradiciare chi, come noi, è ancora lungo il percorso. Tagliamo il traguardo in posizione anonima in meno di quattro ore e mezza, comunque mezz'ora meno del previsto. Nella breve sosta al ristoro incontriamo Michele e Alberto del Team Val Comelico con i quali abbiamo fatto amicizia ieri sera: insieme raggiungiamo l'area camper, a dir la verità parecchio distante dal centro logistico dell'evento, e possiamo finalmente dedicarci alle operazioni post-gara (doccia, lavaggio bici e indumenti, set-up bici per domani) e poi finalmente al meritato relax. Ci avevano consigliato una visita alla Rosengartenschlucht e la grotta blu ('Blaue Grotte'), una delle gole più belle dell'Austria che ha inizio proprio in centro a Imst, ma le tre ore dell'escursione preferiamo dedicarle ad altro. Come magari una bella dormita.
Anche perché nel frattempo quel cielo che per tutto il giorno è stato velato dalle nubi, adesso rovescia su Imst una pioggia continua e incessante: speriamo che domani il tempo possa essere clemente. Se così non fosse, il tentativo riuscire a concludere la seconda tappa - una tra le più dure di tutta la corsa - potrebbe trasformarsi in una vera e propria impresa.
Stefano De Marchi - www.solobike.it