Courmayeur - Bourg Saint Maurice (43km. / 1400m. disl.)
Finalmente, dopo tanto fantasticare, anche il Tour del Monte Bianco è fatto: insieme ad altri sette amici abbiamo effettuato il famoso periplo della montagna più alta d'Europa. Assieme a noi un’ulteriore persona alla guida di un furgone di appoggio per il trasporto bagagli ed eventuale assistenza (comprese - ma che non si sappia troppo in giro... - numerose "trainate" di qualche sfaticato).
Arriviamo a Courmayeur con già un'ora di ritardo causa coda in autostrada. Parcheggiamo alle porte di Courmayeur e partiamo alla volta della Val Veny.
Per noi abituati alle Dolomiti, la prima cosa che salta all'occhio è che i ghiacciai, da queste parti, arrivano a quote veramente basse: appena entrati in valle iniziano infatti a vedersi le prime lingue di ghiaccio.
Finalmente, dopo tanto fantasticare, anche il Tour del Monte Bianco è fatto: insieme ad altri sette amici abbiamo effettuato il famoso periplo della montagna più alta d'Europa. Assieme a noi un’ulteriore persona alla guida di un furgone di appoggio per il trasporto bagagli ed eventuale assistenza (comprese - ma che non si sappia troppo in giro... - numerose "trainate" di qualche sfaticato).
Arriviamo a Courmayeur con già un'ora di ritardo causa coda in autostrada. Parcheggiamo alle porte di Courmayeur e partiamo alla volta della Val Veny.
Per noi abituati alle Dolomiti, la prima cosa che salta all'occhio è che i ghiacciai, da queste parti, arrivano a quote veramente basse: appena entrati in valle iniziano infatti a vedersi le prime lingue di ghiaccio.
La salita alterna rampe impegnative a lunghi pianori e falsipiani, sterrati a partire da quota 1650 (Pian de Lognan) da dove ha inizio anche il secondo strappo che conduce ai piedi del ghiacciaio del Miage, solo l'ultimo dei tanti fin qui incontrati. Poco più avanti la valle si apre a formare l'incantevole Lac de Combal. Su, in alto si intravede il Rifugio Elisabetta Soldini, nostra prossima meta.
Raggiungere il rifugio non è per nulla semplice: la mulattiera si impenna di colpo e, complice il fondo un po' rovinato, l'incedere risulta piuttosto difficoltoso. L'ambientazione della Lex Blanche aiuta comunque a distrarsi.
Al Rifugio il meteo inizia a farsi più minaccioso con tuoni e lampi in lontananza. Fortunatamente il temporale interessa le vette a sud senza bagnare la valle, per cui decidiamo di proseguire verso il Col de la Seigne, a quota 2510m..
All'inizio pedalabile, l'ascesa si fa più impegnativa addentrandosi nel Vallon de la Lex Blanche costrigendoci, dopo un guado, a proseguire per lunghi tratti a spinta fino alla vetta, toccando strada facendo la Casermetta de la Seigne, ultimo punto di appoggio prima della cima.
All'inizio pedalabile, l'ascesa si fa più impegnativa addentrandosi nel Vallon de la Lex Blanche costrigendoci, dopo un guado, a proseguire per lunghi tratti a spinta fino alla vetta, toccando strada facendo la Casermetta de la Seigne, ultimo punto di appoggio prima della cima.
Dalla vetta la vista si apre sul versante francese offrendo un panorama grandioso su tutta la valle sottostante e, in lontananza, su Le Chapieux nostra prossima meta.
La discesa è a dir poco entusiasmante, su un single track compatto e scorrevole che perde quota tra prati e rocce, offrendo ben pochi tratti impegnativi da affrontare a piedi. Tutto attorno, inutile dirlo, lo spettacolo delle montagne solcate da ghiacciai e torrenti.
La discesa è a dir poco entusiasmante, su un single track compatto e scorrevole che perde quota tra prati e rocce, offrendo ben pochi tratti impegnativi da affrontare a piedi. Tutto attorno, inutile dirlo, lo spettacolo delle montagne solcate da ghiacciai e torrenti.
Nonostante perdiamo quota abbastanza rapidamente la discesa sembra infinita, eterna: tutta da guidare e tecnica al punto giusto, offre a ogni curva uno scorcio diverso.
La discesa termina nei pressi del Refuge des Mottets, uno dei pochi luoghi dove pernottare da queste parti. Si prosegue poi su sterrato fino a La Ville des Glacier, e da qui su asfalto a Les Chapieux.
La discesa termina nei pressi del Refuge des Mottets, uno dei pochi luoghi dove pernottare da queste parti. Si prosegue poi su sterrato fino a La Ville des Glacier, e da qui su asfalto a Les Chapieux.
Les Chapieux avrebbe dovuto rappresentare la fine della prima tappa, ma essendo l'unico albergo presente (Refuge La Nova) tutto pieno abbiam dovuto proseguire la discesa fino a Bourg-Saint-Maurice, circa tredici chilometri più avanti e ottocento metri più in basso, dove le opportunità di pernotto non mancano.